Gli itinerari più belli delle Piccole Dolomiti Vicentine
Idee di escursioni da percorrere quando le condizioni lo permettono per godersi appieno la magia della natura e della montagna.
La Strada delle 52 Gallerie ****
Chi non ha mai sentito parlare di questo magnifico itinerario?
Rappresenta forse il sentiero più percorso in assoluto per quel che riguarda le Piccole Dolomiti Vicentine.
In realtà poi la Strada delle 52 Gallerie appartiene al massiccio del Pasubio che per comodità e contiguità geografica lo assocerò, in questo articolo, proprio alle Piccole Dolomiti.
Questa iconica e particolarissima linea di salita è frutto degli eventi della Grande Guerra.
Cominciata a costruire nel febbraio del ’17 e finita a novembre dello stesso anno, rappresenta un esecuzione ingegneristica che non ha eguali in tutta Europa.
Il percorso infatti parte da Bocchetta Campiglia ed in poco più di 6,3 km raggiunge i 1928 metri di Porte del Pasubio.
Ad oggi è costituito da 52 Gallerie per il cui transito è necessaria la torcia elettrica.
Potrà sembravi anche eccessivo ma, vista la natura della roccia che compone questi versanti, il caschetto è consigliato.
Salendo questo itinerario si rivive un pezzo di storia; si rivive un impresa ingegneristica ed umana che merita quanto meno il nostro rispetto.
Ecco perchè, ogni volta che accompagno un gruppo su questo percorso, l’emozione nel salire è sempre incredibile.
Il sentiero, seppur sempre abbastanza largo, presenta alcuni punti “deboli” (soprattutto prima della 18° galleria e dopo Passo di Fontana d’Oro).
I pendii che si aprono verso valle sono sempre pressochè verticali: motivo in più per salire con attenzione.
L’ultima parte di percorso, peraltro aggirabile, è quello con i tratti più esposti.
Panorami e scorci sulle Piccole Dolomiti e sulla parte sommitale del Pasubio non mancano ma attenzione a non sottovalutare questo percorso.
Oltre a dislivello totale di circa 900 metri si aggiunge spesso il caldo, il meteo variabile (attenzione ai temporali!) ed ad un rientro non troppo corto.
Gli Scarubbi infatti, pur essendo una e strada militare molto comoda (pendenze moderate e costanti) è lunga circa 10 km.
Sono possibili dei tagli ma da fare sempre con la dovuta attenzione visto anche che le gambe potrebbero essere un pò stanche.
Un consiglio spassionato?…Programmatela in settimana ed approcciatevi con un occhio agli eventi storici di questi luoghi.
Questo “piccolo angolo” di Piccole Dolomiti Vicentine vi sorprenderà!
Per ulteriori info su questo percorso puoi aprire l’articolo completo cliccando qui.
Anello del Sengio Alto e l’Alpe di Campogrosso **
L’anello del Sengio Alto è forse l’itinerario più frequentato delle Piccole Dolomiti Vicentine.
Un percorso di circa 12 chilometri totali ed un dislivello che non arriva ai 500 metri.
Il bello di percorrere questo itinerario è legato al fatto che lungo il tragitto bisogna attraversare anche un ponte sospeso.
Lungo 105 metri ed alto 30 offre un po di adrenalina ed una bellissima vista sulle zone sottostanti.
Il sentiero parte da Passo Pian delle Fugazze; personalmente lo percorro sempre in senso antiorario ovvero salgo prima sul versante trentino e poi rientro su quello vicentino, dov’è presente proprio il ponte sospeso nominato poc’anzi.
Il versante trentino, dopo un breve tratto in una bellissima faggeta, offre un ambiente d’alpeggio. Vasti pascoli, animali al pascolo ed una fantastica veduta a nord sul massiccio del Carega ed a sud sul Sengio Alto.
In andata, arrivati sull’Alpe di Campogrosso, si può fare una piacevole pausa a Malga Bovental: vi aspettano buonissimi formaggi e prodotti tipici!
Il punto di metà percorso è il Passo di Campogrosso, dove sorge l’omonimo rifugio.
Il Rifugio Campogrosso offre un comodissimo punto d’appoggio: l’ottima accoglienza e le gustosissime pietanze fanno di questo rifugio una tappa obbligata in ogni mia escursione.
Se decidete di fermarvi per pranzo o per cena ricordatevi di assaggiare gli gnocchi con la fioretta, un formaggio tipico locale.
Ripartiti da Campogrosso si rientra verso le macchine seguendo la Strada del Re, chiamata così perché inaugurata dal re Vittorio Emanuele III nel 1918.
Dopo essere transitati davanti a Malga Campogrosso (possibilità di pranzare), Malga Baffelan e sotto le pareti del Baffelan (importantissima cima del gruppo del Sengio Alto in cui si è scritta la storia dell’alpinismo vicentino) si arriva al famoso ponte AVIS o ponte sospeso.
Qualche brivido ed in un attimo si torna a camminare agevolmente sulla strada (declassata a sentiero quindi non c’è passaggio di auto) che conduce prima all’ossario del Pasubio e quindi, in pochi minuti, a passo Pian delle Fugazze, da dove siamo partiti.
Volendo prima di arrivare alla macchina avete un altro punto dove poter fare un brindisi all’escursione quasi terminata: Malga Cornetto infatti offre buonissimi piatti tipici ed un atmosfera di relax.
Se invece volete terminare la vostra giornata con una riflessione sugli eventi della Grande Guerra potete visitare l’ossario e l’area museale a Colle Bellavista.
Un importante sacrario che contiene le spoglie di oltre 5000 soldati caduti in Pasubio e la tomba di Guglielmo Pecori Girardi, generale della 1° Aramata che durante il primo conflitto mondiale operò nel settore vicentino.
Malgrado l’itinerario possa essere considerato facile è assolutamente sconsigliato percorrere il segmento che si snoda in territorio vicentino (per chiarezza il versante dove c’è da attraversare il ponte sospeso).
Nei periodi invernali infatti, neve e ghiaccio possono portare a spiacevoli incidenti.
Salita al Rifugio Mario Fraccaroli e Cima Carega ****
Nel cuore delle Piccole Dolomiti c’è anche il Carega.
Un massiccio montuoso dalle ampie conche prative sommitali che si alternano a profondi versanti.
Un ambiente molto particolare, a tratti severo, che permette però di vivere bellissime emozioni.
La salita al rifugio Fraccaroli può essere affrontata sia partendo dal Rifugio Campogrosso, sia dal lato veronese.
Visto la salita da Campogrosso presenta alcuni tratti su materiale instabile preferisco raccontarvi l’itinerario che sale dal rifugio Revolto.
Diciamo innanzi tutto non è dei più semplici: lunghezza e quasi 900 metri di dislivello vanno ben ponderati prima di iniziare la salita.
Parcheggiato nei pressi del Rifugio Revolto si sale verso il Rifugio Passo Pertica.
Oltrepassato quest’ultimo seguendo la strada militare che sale verso il rifugio Scalorbi dopo i primi 2 tornati c’è una traccia che sale a sinistra.
Non adatta a tutti per impegno richiesto, dopo qualche chilometro di sentiero stretto, si arriva a cima Tibet: magnifico e primo punto panoramico verso la Lessinia, il Monte Baldo e lungo le pendici settentrionali del Carega stesso.
Di qui inizia la Costa Media: una spettacolare cavalcata a fil di cresta che ci porta fino al rifugio Fraccaroli.
Questo tratto è forse il più entusiasmante del percorso.
Arrivati al rifugio una meritata pausa è d’obbligo.
In questo rifugio abbarbicato alle pendici di Cima Carega come un nido d’aquila l’atmosfera è sempre un qualcosa di molto particolare. Si è ad un passo dal cielo.
Di qui in pochi minuti si può anche raggiungere Cima Carega: la vetta più alta delle Piccole Dolomiti con i suoi 2259 metri.
Inutile dire che la vista a 360° di cui si gode spazia dalla pianura al Pasubio ai ghiacciai dell’Adamello e Presanella.
La discesa, lunga ma sempre spettacolare, ci fa giungere prima sull’ampia conca prativa dove sorge il rifugio Scalorbi e quindi, continuando sulla comoda strada militare, ci riporta al rifugio Passo Pertica.
Di qui seguendo lo stesso itinerario di salita si rientra al parcheggio del rifugio Revolto.
Una giornata piena ma veramente spettacolare.
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