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Qualche consiglio utile per evitare di essere punti dalle zecche.
Comportamenti da adottare in caso di morso.
ZECCHE: IMPARIAMO A CONOSCERLE
Tutti noi, se andiamo a camminare in montagna o sui colli, abbiamo già sentito nominare le zecche.
Molteplici sono i problemi che possono derivare da un loro eventuale morso e tanti sono ancora i “miti da sfatare” sul processo della loro rimozione dopo un eventuale morso.
Cerchiamo allora di fare un pò di chiarezza partendo dalla base.
Che animale è la zecca?
La zecca, limitando l’analisi a quella dei boschi (Ixodes ricinus), è un artropode appartenente alla classe degli arachnidi: per intenderci la stessa di acari, ragni e scorpioni.
Questo piccolo animale di dimensioni molto ridotte (da pochi millimetri ad 1 centimetro a seconda della specie e dello stadio di sviluppo) vive come parassita: necessita infatti di un ospite da cui nutrirsi prelevando forzatamente del sangue.
La sua forma è tondeggiante, leggermente allungata: più è avanzato il suo stadio di sviluppo e più è grande perché ricca di sangue dell’ospite; il capo non è ben distinguibile dal corpo e ciò che lo caratterizza è che è dotato di un forte apparato boccale (chiamato rostro); se la zecca arriva a “mordere” fa penetrare il rostro nel tessuto cutaneo dell’ospite (umano od animale che sia).
Ricordatevi poi che le zecche cercano sempre zone umide: sono quindi frequenti punture in zone ascellari od inguinali.
Le zecche, anche se l’immaginario comune non le considera ancora a dovere, rappresentano uno degli animali più pericolosi presenti nelle nostre zone.
Possono infatti trasmettere delle malattie che, nei casi più gravi, possono portare non solo a paralisi ma anche alla morte.
DOVE POSSIAMO TROVARE LA ZECCHE?
Purtroppo le zecche stanno sempre più aumentando di numero: ciò lo si deve principalmente a 2 fattori.
- il clima: inverni sempre più miti favoriscono il perdurare di questo animale che invece, in presenza di freddo e gelo intenso, perirebbe;
- il numero crescente di animali selvatici: gli animali per questo parassita rappresentano non solo una fonte di cibo ma anche un ottimo vettore per spostarsi e colonizzare quindi nuove aree di territorio.
La zecca infatti la troviamo in tutto il territorio alpino, prealpino e collinare; anche a livello planiziale se ne registra un aumento sempre maggiore.
Nella famiglia delle zecche esistono poi molte specie: fin ora ne sono state censite circa 900.
In Italia le specie più rilevanti per l’aspetto sanitario sono appunto Ixodes ricinus (zecca dei boschi) e Rhipicephalus sanguineus (zecca del cane).
L’habitat preferito da questi animaletti sono zone arbustive, incolte e non, con un microclima prevalentemente umido.
Non possiamo però purtroppo escludere le zone con copertura più rada e clima più caldo.
Le zecche si appostano all’estremità dei fili d’erba o dei rami aspettando che passi un ospite; si pensa siano in gradi di rilevare la presenza di un animale o dell’uomo grazie all’anidride carbonica e/o al calore emesso dallo stesso.
Passano quindi sull’ospite per poi conficcarvi il rostro e nutrirsi del suo sangue.
MA QUANTO SONO PERICOLOSE LE ZECCHE?
A discapito di quanto si possa pensare la zecca è uno degli animali più pericolosi che ci siano nelle nostre montagne.
Non ci credete?…bene leggete allora quanto segue.
Parlando di pericolosità della zecca è fondamentale capire che il pericolo riguarda principalmente le malattie che essa può trasmettere.
E’ giusto peraltro dire che non tutte le zecche sono portatrici di malattie: ci sono infatti zecche “infette” da cui possiamo contrarre affezioni decisamente pericolose!
Ecco le 2 più importanti:
- Malattia di Lyme (o Borelliosi);
- TBE (o encefalite da zecca).
La Malattia di Lyme può presentarsi solitamente da qualche settimana dopo il morso fino ad anche un mese ed i suoi sintomi possono durare anche anni.
Si manifesta solitamente con un eritema rosso, migrante, di forma circolare; sui sintomi ad essa riferiti possono essere presenti anche febbre, dolori muscolari, mal di testa, sensazione costante di stanchezza e, nel peggiore dei casi, anche problemi neurologici o di natura cardiaca.
La TBE invece è una malattia più subdola: nel 70% dei casi si rileva un’infezione asintomatica.
Nei restanti casi, entro pochi giorni dal morso e fino ad un mese, potranno manifestarsi dapprima sintomi simili a quelli legati al Morbo di Lyme e poi, dopo una fase di latenza di un paio di settimane, disturbi più importanti afferenti il sistema nervoso centrale.
Presso le ULSS è possibile vaccinarsi contro quest’ultima malattia: contattate le strutture di riferimento e seguite le loro indicazioni.
Nella mia regione (Veneto) i vaccini sono gratuiti o forniti a metà prezzo per chi lavora o abita nelle zone più “sensibili”.
COME POSSIAMO EVITARE DI ESSERE PUNTI DALLE ZECCHE?
La dimensione e la vasta distribuzione delle zecche purtroppo non aiuta.
Ci sono però delle indicazioni da seguire per evitare di essere punti.
Eccone qualcuna:
- evitare i terreni incolti o con erbe alte soprattutto nel periodo di maggior attività di questo animale che va da marzo fino ad ottobre
- indossare esclusivamente pantaloni lunghi e coprire prevalentemente le estremità inferiori
- utilizzare indumenti di colore chiaro così da facilitarne l’individuazione prima che arrivino alla cute
- effettuare un controllo visivo frequente: sia su noi stessi che sui nostri compagni di escursione
- al termine dell’escursione effettuare un nuovo controllo visivo reiterandolo anche in doccia
- se in macchina abbiamo un cambio completo, scuotere gli indumenti che ci siamo appena tolti e riporli in un sacchetto il più possibile mantenendolo isolato dal resto dell’attrezzatura e del materiale; una volta arrivati a casa metterli subito a lavare
- prima dell’escursione avere cura di trattare i nostri amici a 4 zampe con sostanze acaro-repellenti
Ad oggi sono anche disponibili nei negozi specializzati, specifici prodotti repellenti: del tutto da verificare però l’effettivo funzionamento.
COSA FARE IN CASO DI PUNTURA DI UNA O PIU’ ZECCHE?
Se veniamo punti da una zecca la prima cosa da fare è mantenere la calma: nessun allarmismo ma TEMPESTIVITA’!
In caso di rimozione dell’animale in tempi celeri possiamo ridurre già di molto l’eventuale possibilità di contagio (che avviene attraverso il rigurgito della saliva dell’animale nel nostro organismo).
Ecco quindi le poche e semplici regole da seguire:
- utilizzando un apposita pinzetta, cercare di afferrare la zecca il più vicino possibile alla cute; imprimiamo un leggero movimento rotatorio e la zecca verrà rimossa facilmente
- dopo l’estrazione disinfettare la cute
- assicurarsi di aver rimosso anche il rostro
- cominciare a tener monitorato il proprio stato di salute e le eventuali manifestazioni
- informare il proprio medico curante
Cosa invece NON bisogna assolutamente fare?
- mai usare olii, acqua a qualsiasi altra sostanza liquida per tentare di rimuovere la zecca; pensando di affogarla ne stimoleremo invece il rigurgito, aumentando potenzialmente le probabilità di contagio
- nel rimuovere l’animale non schiacciarne mai il corpo
- evitate di toccare la zecca con le mani nel tentativo di rimuoverla
Per qualsiasi domanda o chiarimento su questo od altri articoli contattami qui sul sito od in privato.